Il Prof. Michele Corti scrive alle associazioni trentine al turismo.

2015-06-24

Alle associazioni trentine del turismo.
Loro sedi.

Il Prof. Michele Corti.
Chi vi scrive segue da anni per motivi di studio la vicenda della reintroduzione dell'orso in Trentino. Da anni ho avvertito che ci si sarebbe trovati presto di fronte a rischi mortali per chi frequenta i sentieri dei monti trentini.

Di fronte ad una situazione del tutto sfuggita di mano ritengo doveroso segnalare alle associazioni degli operatori turistici, affinché valutino opportune iniziative e prese di posizione, la dannosità di improvvide iniziative quali l'invito rivolto dalla Provincia a munirsi di un campanellino (bubbolo) al fine della sicurezza delle persone che percorrono i sentieri di montagna, specie in ambito forestale.

Nessun deterrente è in realtà tale da scongiurare il rischio di incidenti con gli orsi. Il rischio zero sarebbe garantito o dalla rimozione dei plantigradi o dalla cessazione della frequentazione da parte dell'uomo del territorio agrosilvopastorale, compresi i sentieri e le strade forestali. 

Anche lo spray al peperoncino anti orso che rappresenta il deterrente in assoluto più efficace (e per il quale è stata avviata una petizione per la sua legalizzazione) non garantisce "rischio zero". 

Il campanellino, invece, è o inutile o controproducente. Come tutte le protezioni inefficaci dai rischi aumenta il pericolo in quando comporta l'illusione di essere protetti abbassando la soglia di vigilanza. 

Nelle condizioni del Trentino raccomandare il campanellino come ha fatto la PAT consigliata dagli animalisti rappresenta un errore clamoroso che aumenta la già grande confusione sui "consigli in caso di incontro con l'orso" e la sfiducia dei cittadini. 

In realtà l'uso del campanellino nel contesto trentino o non solo inutile a mantenere alla larga orsi "tranquilli" (e ad evitare quindi incontri casuali ma potenzialmente pericolosi), ma controproducente attirando gli orsi "confidenti" abituati all'uomo e ed anche potenzialmente aggressivi, specie se con esperienza di predazione di asini e pecore che portano i campanelli.

Tutto ciò rappresenta un disincentivo alla fruizione escursionistica del territorio e quindi al turismo (come non vi è bisogno di ricordarvi). 

Ecco quanto scritto oggi al presidente della PAT,all'assessore alle foreste Dallapiccola, al dirigente del Dipartimento foreste,Romano Masé, al responsabile degli orsi, Dr. Claudio Groff. È bene i consumatori/cittadini conoscano. 

Distinti saluti

Prof. Michele Corti Docente di zootecnia montana
Department of Food, Enviromental and Nutritional Sciences (DEFENS)
Università degli Studi di Milano


Piazza Oberdan 10 20129 Milano
Ruralista
michelecrt@gmail.com